L’urologia a Bologna si occupa delle patologie a carico dell’apparato uro-genitale ed in particolare prostata, vescica urinaria, uretere, reni. L’elevata frequenza con cui l’apparato uro-genitale è colpito da patologie, anche molto dolorose, ha portato costanti ricerche volte al miglioramento del trattamento di problemi anche molto comuni, tra essi la presenza di calcoli nel sistema urinario. La diversa possibilità di collocazione e dimensioni porta ad una diversità di trattamento.
Urologia e “colpo d’acqua”
In alcuni casi l’eliminazione dei calcoli può essere anche spontanea, per questo motivo l’urologo, quando in base alle dimensioni e al posizionamento, lo ritiene possibile, esorta il paziente alla terapia denominata “colpo d’acqua” che prevede di bere in poco tempo oltre un litro di acqua oligominerale, in questo modo la spinta urinaria facilita l’espulsione. Questa tecnica permette solitamente l’espulsione di calcoli inferiori a 4 mm nell’80% dei casi.
Litotrissia extracorporea ad onde d’urto
Se il colpo d’acqua non funziona, o non è indicato per le dimensioni, si può procedere con litotrissia extracorporea. Si tratta di una tecnica che prevede la riduzione dei calcoli in frammenti di piccole dimensioni tramite l’uso di onde d’urto. E’ un trattamento da considerare mininvasivo, non prevede l’uso di anestesia e vi è solo un possibile leggero fastidio durante la seduta. Il paziente viene fatto sdraiare di lato, appoggiando il fianco interessato su un cuscino pieno di acqua. Attraverso questo si propagano le onde d’urto generate dal litotritore ed arrivano al calcolo frantumandolo. Possono esservi in seguito piccole coliche e fastidi quando si deve urinare dovuti all’espulsione dei frammenti.
Litotrissia in endoscopia uretrale
La litotrissia extracorporea in urologia è sconsigliata nel caso in cui si tratti di calcoli di dimensioni superiori ai 2 cm o quando, per la composizione, le onde d’urto trasmesse tramite il litotritore non sono adatte a ridurre in frammenti i calcoli. In questo caso può essere utile sottoporsi a litotrissia in endoscopia per via uretrale. Anche in questo caso non si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico, infatti, non vi sono incisioni, ma tramite il canale uretrale viene inserita una sonda endoscopica che, raggiunto il calcolo, con il laser ad olmio lo frantuma. La trasmissione di immagini dall’endoscopio al monitor permette al chirurgo di raggiungere senza difficoltà il calcolo da frantumare. I frammenti vengono raccolti con una specie di piccolo cestello e estratti insieme all’endoscopio, retratto grazie anche al filo guida. A differenza del precedente, è necessario eseguire un’anestesia generale con day hospital, oppure il paziente è tenuto in osservazione per una notte. In alcuni caso è suggerita l’applicazione per un breve periodo di una endoprotesi per facilitare il deflusso delle urine.
Litotrissia percutanea renale
Nel caso in cui non sia possibile raggiungere il calcolo tramite l’uretere, è possibile eseguire una litotrissia percutanea. Trattasi comunque di una tecnica mininvasiva che prevede l’esecuzione solo di un piccolo foro eseguito sul fianco, attraverso esso viene inserita la sonda che frantuma il calcolo e ne permette l’estrazione. Solo nei casi più gravi per poter eseguire interventi ai calcoli può essere necessario ricorrere ad interventi chirurgici di urologia tradizionali.