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Dal modellismo auto in scala alle competizioni

L’automodellismo statico e l’automodellismo dinamico

Il modellismo auto in scala si divide in statico e dinamico. Se il primo è destinato all’esposizione (per gli adulti) o al gioco (per i più piccoli), il secondo consiste per lo più nella costruzione di auto o altri mezzi, finalizzata prevalentemente alla partecipazione a gare su circuiti con altre auto della stessa scala. L’interazione uomo-macchina avviene tramite un radio comando elettrico e in alcuni casi tramite rotaia elettrificata (slot car).

La scala: il rapporto di riduzione

Si tratta di un concetto sicuramente noto ai più: quando si parla di scala, nel modellismo ma non solo, si intende il rapporto di riduzione. Un’auto in scala 1:12 (o, come può essere indicato in alternativa, 1/12) è la riproduzione, più o meno fedele a seconda dei casi, di un’originale rispettando un rapporto preciso: un centimetro sul modellino corrisponde a 12 centimetri sulla vettura reale.

Le scale più ridotte – ovvero quelle in cui il secondo numero della proporzione è maggiore – sono tra le più diffuse sul mercato. Questo fenomeno si giustifica con una duplice motivazione: da un lato, si tratta di modelli più economici rispetto a quelli di dimensioni maggiori, generalmente più curati nei dettagli; dall’altro, offrono la possibilità al collezionista di accumularne un numero elevato in poco spazio e al produttore di riprodurre dei soggetti che nella realtà sono molto grandi (come nel caso di aerei, treni, navi o di interi diorami).

Come è facile immaginare, il mondo del modellismo auto in scala non si circonda di sole automobili. La fantasia delle aziende produttrici non è soggetta a limiti: moto e scooter, treni, autobus, mezzi militari, aerei civili e non, porzioni di città e di ferrovie, figurini.

La propulsione nel modellismo dinamico

Nel caso del modellismo dinamico, l’alimentazione del motore consente un’ulteriore suddivisione.

Gli automodelli elettrici sono dotati di motori elettrici e di batterie. Gli automodelli a scoppio hanno o un classico motore a due tempi (alimentato da miscela) o un minimotore (sui modellini di dimensioni più ridotte) che utilizza un combustibile particolare a base di nitrometano, metanolo e olio lubrificante.

Esistono dei motori elettrici che non hanno nulla da invidiare, in quanto a potenza erogata, ai motori a scoppio: sono brushless (senza spazzole) con batterie potenti e soprattutto più leggeri di quelli a miscela.

Il mercato del modellismo auto in scala propone dei kit, elettrici o meccanici, pronti all’uso o da montare. Un gran numero di appassionati preferisce costruire e mettere a punto personalmente i modellini con cui parteciperà poi alle competizioni sportive.

I modellini elettrici RC (radiocomandati) sono di dimensioni che possono variare dalla scala 1:5 alla scala 1:18, anche se recentemente si stanno diffondendo anche scale più ridotte, come la 1:24 e la 1:28.

Le competizioni sono strettamente riservate a modellini della stessa categoria. Le più diffuse sono le Fuoristrada 1:10 Buggy; le Touring 1:10; le Drift 1:10; i prototipi 1:12 e le Touring 1:18. Solo per le auto da competizione su Slot car la scala di riduzione è di 1:32.

Le riproduzioni fedeli di auto esistenti sono disponibili solo per le categorie Touring (1:10 e 1:18) e Slot car (1:32). Tutti gli altri automodelli RC non rispettano somiglianze con il reale, ma sono costruiti pensando alla competizione: qui i criteri aerodinamici e funzionali (ad esempio la location del motore, le sospensioni, …) hanno la priorità.

L’intervento del collezionista

L’appassionato di modellismo auto in scala da montare, oltre ad effettuare l’intero processo di assemblaggio delle singole componenti, può scegliere, entro certi limiti, di personalizzare il kit.

Tra le opzioni possibili, una delle principali scelte va effettuata per il motore: più potente per un fuoristrada o più veloce per una drift? I rapporti disponibili possono puntare sulla velocità costante o sulla accelerazione. I pneumatici, come per le vere auto da F1, sono adatti al terreno asciutto o, in alternativa, per la pioggia.

Vi sono poi da montare i vari organi meccanici e i relativi settaggi: bracci di sterzo, leveraggi, mozzi con eccentrici per le ruote, ammortizzatori e barre antirollio. Su questi elementi poi, in alcuni modelli di auto, è possibile apportare delle modifiche o settaggi per personalizzare e migliorare in funzione delle condizioni del terreno le prestazioni. In particolare, i tecnici distinguono tra angolo camber (o campanatura), angolo caster (angolo di incidenza del perno portamozzo con l’asse perpendicolare al suolo, convergenza), angolo di sterzata, per ottenere il miglior effetto Ackermann possibile (un particolare sistema di sterzaggio messo a punto da Rudolph Ackermann.)

Infine, anche i comandi a distanza, come i trasmettitori, i radioricevitori e i servocomandi sono dotati di elementi elettronici ed elettromeccanici da assemblare e ove possibile personalizzare. Vi sono poi le modifiche estetiche, la più classica delle quali è senza dubbio il colore della carrozzeria.

 

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